Manutenzione della caldaia: come e quando deve essere eseguita?
Chiunque disponga di un impianto di riscaldamento, è tenuto, per legge, a rispettare alcuni dettami, al fine che lo stesso risulti sempre funzionante ed efficiente. I comportamenti da attuare sono contemplati nel DPR 74/2013, entrato in vigore nel luglio del 2013: chiunque non li rispetti, è bene sottolinearlo, rischia di incorrere nel pagamento di alcune sanzioni pecuniarie di importo certamente non contenuto.
I motivi, in tal senso, sono facilmente intuibili. La corretta della manutenzione delle caldaie infatti, consente al nucleo familiare di vivere in tutta sicurezza, mantenere elevato l’efficientamento energetico ed evitare che possano verificarsi degli incidenti dovuti all’invecchiamento dell’impianto. Un’operazione che è da ripetersi con dovute e precise scadenze, come andremo ad analizzare nel prosieguo dell’articolo.
Manutenzione con cadenza annuale: un falso mito da sfatare
La prima variante da tenere in considerazione, riguarda il modello della nostra caldaia. Molte persone tendono a pensare che la manutenzione vada effettuata con cadenza annuale, ma così non è. A determinare la periodicità, infatti, è la tipologia di caldaia: all’interno delle istruzioni tecniche, infatti, sono contenute le indicazioni circa le tempistiche con le quali effettuare la manutenzione, che vengono fornite dall’azienda installatrice che ha realizzato l’impianto.
Nei casi degli impianti più vetusti, tuttavia, queste informazioni potrebbero non essere reperibili: in questo caso, è indispensabile fare affidamento alle istruzioni tecniche elaborate dalla fabbrica costruttrice. Tutte queste informazioni sono reperibili nel libretto di impianto, un documento obbligatorio che accompagna l’impianto di climatizzazione e dove vanno annotati tutti gli interventi effettuati: dalla prima accensione agli interventi straordinari, passando per gli interventi di routine.
Questo documento, oltre ad essere estremamente prezioso per il manutentore (che può verificare tutta la storia pregressa dell’impianto), deve essere custodito con cura dall’utilizzatore della caldaia, che potrebbe essere chiamato ad esibirlo, unitamente alle fatture ricevute, in caso di controlli da parte del Comune di residenza.
La manutenzione della caldaia, quindi, è di competenza della persona che vive nell’appartamento, indipendentemente dal fatto che sia il proprietario dell’immobile o l’affittuario: questi soggetti, di conseguenza, devono sostenere anche tutti i costi inerenti questa indispensabile attività. Qualora fosse necessario effettuare interventi di carattere straordinario, l’onere è in capo al proprietario dell’immobile.
Controllo fumi: perché è così importante?
Se fin qui abbiamo parlato dalla manutenzione ordinaria, ora andremo a sviscerare tutti gli aspetti relativi al controllo dei fumi, operazione indispensabile per verificare l’efficienza energetica dell’impianto di riscaldamento. L’onere da sostenere per questo controllo, al pari della manutenzione ordinaria, è in capo al conduttore: se siamo affittuari, di conseguenza, spetterà a noi sostenere il costo di questa opera manutentiva.
Anche il controllo dei fumi è disciplinato dal summenzionato DPR di luglio 2013, che sancisce non solo l’obbligatorietà dell’operazione, ma anche le cadenze con le quali effettuarla in base a due fattori: il combustibile utilizzato e la tipologia di impianto di riscaldamento presente. La prova fumi può essere effettuata solo da un tecnico specializzato, che al completamento della stessa rilascia un bollino.
La cadenza con la quale effettuare questa operazioni, sono le seguenti: ogni 24 mesi per impianti a GPL o gas metano con potenza superiore a 100 kw; ogni 48 mesi per impianti a gas metano o GPL con potenza inferiore a 100 kw; ogni 24 mesi per impianti termici a combustibile solido o liquido con potenza pari o inferiore ai 100 kw; ogni 12 mesi per impianti termici a combustibile solido o liquido con potenza superiore ai 100 kw.
Tutto quanto fin qui esplicato, fa ben comprendere come la manutenzione della caldaia debba essere svolta solo ed esclusivamente da personale altamente qualificato, evitando di ricorrere a manutentori “amatoriali” o, peggio ancora, al “fai da te”: il rischio di causare danni all’impianto è piuttosto elevato, con annessi tutti gli ulteriori oneri economici da dover sostenere.